giovedì 21 luglio 2016

Internet e la necessità di rompere i coglioni

Che l’avvento di internet, ma soprattutto dei social media, avesse aperto le porte per i troll di qualsiasi tipo, è fatto ormai conclamato: su qualsiasi argomento si scatenano le diatribe, complottisti urlano, gli intolleranti sfottono, utenti più o meno normali tacciono. 
Ritengo la critica una delle cose fondamentali per la crescita e per un confronto sano, ma che non deve deviare verso la pura e semplice rottura di coglioni. 
Come ormai chiunque abbia un computer sappia, è scoppiata la Pokémon Go mania. Gioco nato per smartphone Android, sta spopolando ovunque: orde di persone in giro a camminare per cercare mostriciattoli immaginari. Credo che una parte della fortuna del gioco sia quella di rendere “reale” una delle fantasie di migliaia di ragazzini che negli anni ’90 guardavano il cartone animato in TV. Inoltre c’è da dire che è un modo così diverso di fare gioco che non poteva passare inosservato anche per quelle persone, come me, che con i Pokémon ha avuto poco a che fare. Ho imparato a conoscerli solo ed esclusivamente grazie a Mattia e alla sua passione per i giochi della Nintendo, tanto che pure io vorrei giocare con Go, ma visto che il mio cellulare non lo supporta, mi tocca aspettare un nuovo telefono. 
Ovviamente la nuova mania porta a eccessi e questi danno il via anche a invidie e cattiverie: insieme a commenti ironici sulla caccia ai Pokémon, arrivano quelli di gente evidentemente frustrata che non capisce e non accetta che si possa fare qualcosa di socialmente diverso dalla norma. Classico leggere su Facebook e Twitter la frase “Andate a caccia di fighe invece di Pokémon”. Vorrei seriamente vedere questi nella vita di ogni giorno se passano le ore a cercarsi una donna o anche più volgarmente a farsele. Dubito che abbiano una vita a metà tra quella di Paul Newman e Rocco Siffredi. Poi ci sono votati al sociale che esclamano “Il nostro paese va a rotoli e questi pensano ai Pokémon!” ecco, immagino questi a fare volontariato ventiquattro ore al giorno, senza neanche dormire per poter aiutare il nostro malcapitato Stato. 
Per non parlare dei finti intellettuali che sono tipicamente quelli che riducono un gioco a cose per bambini, quando dovrebbero minimo leggere Hegel e Kant e magari dopo li trovi a guardarsi roba tipo Uomini e Donne e Temptation Island. 
Se i ragazzi stanno a casa a giocare ai videogiochi, sono degli sfigati. Se escono, sono sfigati comunque. 

Ecco, io sono sicura che queste persone non siano dei Trombeur de femmes, né dei buoni samaritani e tanto meno così grandi studiosi: sono persone che non possono fare a meno di rompere i coglioni perché a loro di quella cosa non interessa. Siccome loro non ci giocano e non capiscono perché a tanta gente invece piace, allora si sentono in diritto di poterli criticare. È vero che alcuni esemplari di cacciatori di Pokémon rasentano l’idiozia: io personalmente trovo insensato che uno guidi mentre li cerca, ma non capisco perché criticarlo se si fa due chilometri a piedi senza rompere le scatole a nessuno. Se una persona che non conosci è alla ricerca di Pokémon perché si diverte, a te cosa cambia?
Faccio un esempio molto semplice: io odio il sushi, non mi piace il pesce crudo e onestamente con tutti i soldi che spende per mangiarne di buono, preferisco nettamente una grigliata mista. La mia migliore amica Valeria, invece, ne va matta, ma mica io vado a romperle le scatole perché lei lo mangia. Fino a quando non mi obbligherà a mangiarlo, perché devo fare le pulci sui suoi gusti? 

E questa è una cosa che trascende la questione Pokémon, ma si rivede in tutte le cose che piacciono alla maggioranza. Basta vedere quanti criticano il calcio, magari durante europei o mondiali, additandolo come uno sport ormai finito e corrotto, salvo poi approfittare delle tv dei bar per sapere come va. 
È uno snobismo irritante. 

Quindi, se siete allenatori di Pokémon e vi divertite, continuate a farlo. Se siete solo dei brontoloni sempre pronti a pontificare dall’alto del vostro cucuzzolo, vi prego: levatevi il manico di scopa da dove non batte il sole e godetevi la vita.

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